“Il risparmio del taglio dei parlamentari e il costo della corruzione”

Acrilico su tela 80×80 cm, dal titolo: “Il risparmio del taglio dei parlamentari e il costo della corruzione”, autore Carmelo Renda. Il quadratino rosso al centro del quadrato nero rappresenta il rapporto che sussiste tra il risparmio del taglio dei parlamentari e il costo della corruzione in Italia. La corruzione ci costa 230 miliardi l’anno, il risparmio del taglio dei parlamentari sarà di 100 milioni l’anno. Da non confondere corruzione ed evasione poiché sono due cose distinte, solo l’evasione ci costa 190 miliardi l’anno.

L’allineamento agli altri paesi europei e il risparmio, sono le motivazioni infondate su cui i parlamentari promotori stanno sostenendo la riforma costituzionale che prevede la riduzione dei parlamentari. Come vedremo più avanti, visto che è falsa la motivazione dell’allineamento agli altri paesi europei, di conseguenza lo è anche la motivazione del risparmio, poiché è irragionevole risparmiare su qualcosa di utile, o per lo meno della quale l’inutilità non sia dimostrata.

Sicuramente la riduzione dei parlamentari restituirebbe maggiore potere ai vertici di partito, che avrebbero meno parlamentari da gestire, i quali potrebbero votare autonomamente svicolati dalle direttive di partito, secondo il principio Costituzionale dell’assenza del vincolo di mandato.

Dalla prossima legislatura, se la riduzione dei parlamentari non dovesse essere bocciata da un eventuale referendum confermativo prevede la riduzione dei parlamentari da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Tutte le circoscrizioni vedranno una riduzione drastica, con una media del 36,5%, con ripercussioni di una riduzione più accentua nelle regioni meno popolose, ad esempio l’Umbria e la Basilicata i senatori saranno più che dimezzati (-57%).

Ciò è da ritenersi un grande oltraggio alla Costituzione, non perché non debba essere modificata o migliorata, ma perché la scelta di tagliare i parlamentari è stata quasi unicamente dettata dalla falsa motivazione dell’allineamento agli altri paesi dell’Unione Europea e al risparmio. Uno stato che ha un PIL di 1872 miliardi di dollari e taglia i parlamentari per risparmiare 100 milioni l’anno è come se una famiglia benestante tagliasse le spese del sale per risparmiare.

Se diamo un’occhiata a ciò che accade negli altri grandi paesi europei ( Germania, Francia, Regno Unito, Spagna ) possiamo constatare che siamo già più o meno allineati e, con la modifica, l’Italia scenderebbe al penultimo posto, solo prima della Germania, uno Stato federale e che ha più di 2.000 rappresentanti eletti, quasi il doppio dei nostri consiglieri regionali.
Se si prende in considerazione il parametro della rappresentanza (il numero di parlamentari per 100mila abitanti), l’Italia, già adesso, occupa il 24° posto (un deputato ogni 100mila abitanti) nella graduatoria Ue. Con la riforma scenderebbe addirittura all’ultimo posto nella Ue. Se l’Italia avesse lo stesso rapporto cittadini-parlamentari della Svezia, il nostro Parlamento dovrebbe essere formato da 2.000 componenti, Se adottiamo gli stessi parametri del Lussemburgo, dovremmo avere 7.000 parlamentari; quelli di Malta 10.000 parlamentari.
Il Regno Unito ha 1.374 parlamentari, 1 parlamentare su 46mila abitanti;
l’Italia ha 952 parlamentari, 1 parlamentare su 64mila abitanti ( con la nuova legge l’Italia passerebbe a 607 parlamentari, 1 parlamentare su 100mila abitanti )
Francia 925 parlamentari, 1 parlamentare su 71mila abitanti
Germania 691 parlamentari, 1 parlamentare su 118mila abitanti (ha più di 2.000 rappresentanti eletti, equivalenti ai nostri 700 consiglieri regionali)
Spagna 614 parlamentari, 1 parlamentare su 74mila abitanti.
La prima Costituzione approvata dai padri costituenti prevedeva un numero di deputati e senatori proporzionali al numero degli abitanti; se applicassimo oggi lo stesso criterio ci sarebbero circa 750 deputati e 315 senatori, dunque ben superiori al numero fisso previsto dalla costituzione odierna: 630 deputati e 315 senatori.

Sul taglio dei parlamentari, sono falliti già 7 tentativi nelle ultime nove legislature. Il primo tentativo risale al 1983. Se il taglio dei parlamentari volevano farlo tutti i partiti, da destra a sinistra, deve venire quanto meno il sospetto che le ragioni non siano il risparmio.

Sapendo di fallire con l’allineamento dell’Unione europea molti azzardano il paragone con gli Stati Uniti, ma ciò non avrebbe tanto senso ,visto che sono una federazione di 50 stati che a loro volta hanno un parlamento. Avrebbe più senso paragonare gli Stati Uniti che hanno 535 parlamentari per una popolazione di 330 milioni, con il parlamento europeo che ha 751 membri per 508 milioni di abitanti.
I parlamentari (legislators) di tutti i 50 stati USA sono 7.383.
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