Senatori a vita.

Secondo il M5S, i padri costituenti avrebbero lasciato una lacuna interpretativa all’Articolo 59 della costituzione e Pertini e Cossiga l’avrebbero interpretato male.
Art. 59 “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.”
Nella storia repubblicana si è posto il problema se il limite costituzionale di cinque senatori a vita fosse da intendersi come limite massimo di senatori a vita presenti in Senato oppure come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun presidente. Nel 1984 il presidente Sandro Pertini, dopo il parere favorevole della giunta per il regolamento del Senato, seguì la seconda interpretazione, nominando altri due senatori a vita: questi arrivarono a essere quindi complessivamente sette. Francesco Cossiga, seguì la medesima interpretazione di Pertini e nominò altri cinque senatori a vita.
Il M5S ritenendo che i padri costituenti abbiano lasciato una lacuna interpretativa, a mio avviso inesistente, hanno aggiunto, nel pacchetto del taglio dei parlamentari il seguente testo all’articolo 59: “Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque.”

Si può essere d’accordo o meno con i principi sanciti, ma ritengo che l’articolo 59 non contenga nessuna lacuna interpretativa, Pertini e Cossiga hanno interpretato bene: ogni Presidente della Repubblica può nominare i “suoi” cinque senatori a vita. Utilizzare il presupposto della lacuna interpretativa per motivare la modifica dell’articolo 59, credo che sia un approccio poco onesto. 

Articolo che ho pubblicato in origine sulla mia pagina facebook:
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