Nâthaputto tesse una sfida oratoria velata,
“Può il Beato dire ciò che ferisce?”
Il Sublime sceglie con cura ogni parola,
maestro nell’arte del dire e del silenzio.
Parole impure, benché dolci, restano non dette,
parole pure, anche se dure, escono al momento giusto.
Le parole ben dette non seguono un copione,
ma danzano al ritmo della verità presente.
Il Sublime conosce la natura delle cose,
risponde con verità, senza premeditare,
guida gli esseri con compassione e sapienza,
verso la luce della saggezza infinita.
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Rilettura in versi del sutta “MN 58: Abhaya Sutta – Abhayo il figlio di re”, parte del Canone Pali, la più antica raccolta degli insegnamenti del Buddha Gautama.